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23 Settembre 2023
Dietrofront, la tecnologia non fa male ai bambini.
Tecnologia

Dietrofront, la tecnologia non fa male ai bambini.

Dietrofront, la tecnologia non fa male ai bambini. Anzi

REGNO UNITO – Da tempo ormai gli esperti ripetono che i bambini dovrebbero usare per poco tempo al giorno gli apparecchi tecnologici come computer, smartphone, tablet e così via. Questo perché si ritiene che troppe ore passate davanti a uno schermo possa influire sulla loro vita e sulla qualità di questa. Ma, secondo un nuovo studio dell’Università di Oxford pare andare controcorrente.

I bambini sanno adattarsi

Il timore degli esperti e degli adulti è che i bambini che dedicano parecchio tempo all’uso di apparecchi tecnologici possano perdere l’interesse per le altre attività o che questi tecnogadget possano ‘rubare’ del tempo ad altre attività – magari più ‘sane’ come l’attività fisica o altro. Secondo invece lo studio condotto dal dottor Killian Mullan e colleghi di Oxford, i bambini anche se occupati per diverso tempo con la tecnologia sanno comunque dedicare il proprio tempo anche ad altre attività. Sempre però nel limite del non abuso.

Come è cambiato l’uso nel tempo

Il team di ricercatori ha osservato come il 2000 e il 2015 il tempo medio trascorso dai bambini nell’uso di videogiochi su smartphone o computer è aumentato di 30 minuti ogni giorno. Lo studio ha poi anche dimostrato che i bambini possono facilmente svolgere più compiti e possono adattare il loro comportamento in modo da includere in questo i loro dispositivi, così come fanno gli adulti, e possono comunque fare altre cose. «Mentre questa è innegabilmente una considerevole quantità di tempo, presa nel contesto suggerisce meno motivi di allarme – spiega il dottor Mullan – In realtà, lo studio rivela che piuttosto che consentire ai loro dispositivi di rapire le loro vite, i bambini stanno combinando l’uso della nuova tecnologia con altre attività».

A supporto di altre attività
I bambini dunque non sacrificherebbero la loro vita in onore della tecnologia, secondo il dott. Mullan. «I nostri risultati – sottolinea il ricercatore – mostrano che la tecnologia in alcuni casi viene utilizzata con e per supportare altre attività, come per esempio i compiti a casa, e non per spingerli fuori. I bambini stanno incorporando la tecnologia nella vita quotidiana. Stanno portando la tecnologia con loro e stanno facendo tutte le cose che farebbero comunque».

Più tecnologici i maschi
Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista Child Indicators Research, hanno scoperto che l’uso della tecnologia poi varia da genere a genere. Secondo il rapporto, per esempio a passare più tempo davanti a un videogioco su smartphone o computer sono i maschi, rispetto alle femmine. Ma, cosa più significativa per i ricercatori è che in definitiva la tecnologia non starebbe influenzando la vita dei bambini e non sciupa il tempo e l’attenzione dei bambini.

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