Lo scorso 11 luglio Giorgio Armani, icona mondiale della moda, ha spento le candeline. Ripercorriamo insieme i momenti più significativi della vita dello stilista più amato dagli italiani.
L’infanzia, l’abbandono dell’università, i primi impieghi
Giorgio Armani nasce a Piacenza l’11 luglio 1934, dove frequenta il Liceo Scientifico Respighi. Nel 1949 si trasferisce con la famiglia a Milano, e si diploma al Liceo Leonardo da Vinci. Decide poi di iscriversi alla facoltà di Medicina, ma è costretto ad interromperla dopo tre anni a causa della chiamata dell’esercito. Una volta terminato il servizio di leva trova lavoro come commesso per la Rinascente, una catena di grandi magazzini, fino al 1965. Proprio in questo 1965 verrà assunto dallo stilista Nino Cerruti per ridisegnare la moda del marchio Hitman.
L’inizio nella moda
Il nome di Giorgio Armani compare per la prima volta nel mondo della moda attraverso il marchio di abbigliamento in pelle Sicons. Nasce infatti nel 1974 la linea Armani by Sicons, che convince Armani a creare un marchio personale.
Il 1975 è l’anno della svolta: nasce la Giorgio Armani Spa, inizialmente dedicata all’uomo ma ampliata l’anno successivo per la donna. Braccio destro di Armani è Sergio Galeotti, che aveva conosciuto nel 1966 in vacanza a Forte dei Marmi.
La giacca destrutturata
Giorgio Armani, fin da subito, porta una ventata d’aria fresca nella moda italiana con la sua celebre giacca destrutturata. Riuscire a dare un’energia e uno spirito nuovi ad un capo di abbigliamento così consolidato qual era la classica giacca da uomo rivela fin da subito il genio creativo di Armani. La giacca destrutturata si libera dalle linee squadrate e austere in nome di forme morbide, si “destruttura” perché abbandona imbottitura e controfodera, con i bottoni posizionati in modo nuovo e proporzioni completamente rinnovate.
Il successo consolidato
Nel 1982 arriva la consacrazione definitiva del successo di Giorgio Armani con la pubblicazione del settimanale Time che lo riporta sulla propria copertina. Fino a quel momento solo Cristian Dior, tra gli stilisti, era apparso sulla stessa copertina. Ma erano passati più di quarant’anni.
Da quel momento in avanti Armani inizia a collezionare tutta una serie di riconoscimenti, come la nomina a Cavaliere di Gran Croce, la massima onorificenza concessa dalla Repubblica Italiana.
Numerose sono le star che, dagli anni ’80 in poi, decidono di vestirsi Armani: Richard Gere, Kevin Spacey, Paolo Sorrentino, Sean Penn, Leonardo di Caprio, Sophia Loren, Cate Blanchet. E la lista non è esaustiva.
Il lato umano
Ma Giorgo Armani non è solamente il “Re” dalla fama internazionale e dal patrimonio da capogiro che lo rendono il secondo uomo più ricco d’Italia (2023). Egli è anche un essere umano che, nel corso degli anni, ha più volte mostrato la propria umanità con la volontà di aiutare il prossimo.
Durante la Fashion Week del 2020, infatti, Armani è stato uno dei pochi a vedere lontano e a fiutare i pericoli del Coronavirus, prendendo la decisione di sfilare a porte chiuse. Decide poi di donare 2 milioni di euro a ospedali e protezione civile e convertire tutta la produzione italiana per la produzione di camici, così da aiutare nell’emergenza Coronavirus.
Ma non solo: basta fare un salto indietro a tredici anni fa, quel 2010 in cui Giorgio Armani dà vita all’iniziativa Acqua for life che si focalizza sull’accesso universale all’acqua potabile in zone affette da scarsità idrica. Si stima che, grazie a questa iniziativa, oltre 217mila persone in 15 paesi abbiano potuto accedere ad una fonte d’acqua sicura.
Pagina web ufficiale dell’iniziativa Acqua for Life
Più recentemente, durante la Fashion Week 2022, in un clima generale di apparente indifferenza per il conflitto russo-ucraino scoppiato da poco, Armani decide di sfilare senza musica come dedica simbolica al popolo ucraino sotto attacco. Inoltre, devolve 500mila euro all’Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati e annuncia la volontà di donare capi di prima necessità ai profughi.
Il futuro dell’azienda: una certezza italiana
Dopo quasi cinquant’anni di attività, a quasi novant’anni di età, viene spontaneo chiedersi: e quando Giorgio Armani non ci sarà più?
In un’intervista a Vogue America, il Re ha dichiarato che la pandemia “ci ha aperto un po’ gli occhi”, e che il futuro dell’azienda non dev’essere per forza indipendente. Ma, al contrario di altri colossi come Gucci e Versace che sono stati acquistati da gruppi internazionali, Giorgio Armani ci tiene a sottolineare che la possibile partnership sarà categoricamente italiana.
“credo di essere una persona determinata. La mia sfida è soprattutto con me stesso, perché penso che si possa sempre migliorare ed è quello per cui mi impegno”